Perché lo psicologo?
A differenza della salute fisica, la salute mentale è ancora un campo estremamente soggetto allo stigma e al pregiudizio. Nessuno si stupisce di un amico che racconta di essersi recato dal proprio medico, ma spesso non si reagisce allo stesso modo quando il professionista in questione diventa lo psicologo. Spesso questo atto viene concepito con diffidenza, confusione e, talvolta, vero e proprio timore (“Sarò curabile?”, “Perderò il lume della ragione?”, “Se lo scoprissero i miei amici o il mio datore di lavoro, cambieranno opinione di me?”)
Rivolgersi ad un professionista nel campo della salute mentale non significa essere “pazzi”, ma solo scegliere di prendersi cura del proprio benessere psicologico e quindi agire responsabilmente per migliorare la propria qualità della vita.
Quando lo psicologo?
Essenzialmente ricorriamo all’aiuto di qualcuno quando, nonostante ci rendiamo conto di un problema e abbiamo messo in atto diversi tentativi di soluzione, il problema sta ancora lì, e con esso il malessere che consegue. Può semplicemente trattarsi di un problema momentaneo, dovuto a circostanze particolari, come un importante cambiamento di vita (ad esempio un lutto, un trasferimento, un nuovo lavoro, una relazione che inizia o finisce), oppure una decisione cruciale da prendere che produrrà a sua volta importanti cambiamenti, oppure, ancora, una serie di difficoltà che sentiamo di portarci dietro da moltissimo tempo e fatichiamo a prendere in mano da soli.
Ogni momento della nostra vita è unico e perciò caratterizzato da così tante variabili e sfumature che sarebbe illogico stabilire quando è il momento di chiedere aiuto e quando no; esattamente come per il medico, si va dallo psicologo semplicemente quando si ritiene per se stessi sia importante farlo: abbiamo tutti il diritto di stare male. Sarà poi lo specialista a valutare, insieme al paziente, l’entità del problema e le eventuali possibilità d’intervento più idonee alla situazione.
“Quanto” lo psicologo?
Ogni colloquio dura circa 50’. I primi incontri permettono al professionista di raccogliere le informazioni necessarie per inquadrare il problema portato dal paziente e per formulare insieme un progetto comune a cui lavorare. La durata dell’intero percorso è da ascriversi alla tipologia delle problematiche per le quali si richiede sostegno, pertanto non può essere stabilita a priori, ma si ritaglia sulla base di un’accurata valutazione, in condivisione delle priorità e degli obiettvi del paziente, nel totale rispetto delle sue risorse, disponibilità e del suo benessere psicologico. Il costo della seduta è di 70 Euro e viene preventivamente comunicato al paziente, sulla base delle indicazioni definite dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. Le prestazioni sanitarie sono esenti Iva e scaricabili al 19% allegando la fattura di ogni prestazione alla Dichiarazione dei Redditi.
“Come” lo psicologo?
Lo psicologo è tenuto all’osservanza del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, che prevede anche l’obbligo del segreto professionale. A seconda dell’orientamento teorico di riferimento, il professionista utilizza strumenti e setting differenti. Il modello cognitivo-comportamentale prevede un setting vis a vis, l’impiego di test standardizzati nella fase valutativa iniziale e una partecipazione molto attiva del paziente, a cui viene richiesto, tra una seduta e l’altra, di svolgere anche dei piccoli compiti a casa (schede da compilare, riflessioni, esercizi pratici), al fine di mettere a frutto un metodo di lavoro che consenta di diventare progressivamente terapeuti di se stessi e di non avere più bisogno di un supporto professionale.